Regno Unito/Austria

Ernst Gombrich

Premio Balzan 1985 per la storia dell'arte occidentale

Per l’apporto fondamentale a un’interpretazione storica e, al tempo stesso, estetica e psicologica dell’arte occidentale classica e moderna. Per le nuove prospettive che la sua “iconologia” ha aperto allo studio dei simboli. Per lo sviluppo dato agli studi umanistici dell’Istituto Warburg sotto la sua direzione.

Dopo aver terminato i suoi studi di storia dell’arte all’Università di Vienna, Ernst Gombrich (1909 – 2001) è chiamato a collaborare con Ernst Kris, conservatore della collezione di arte applicata del Kunsthistorisches Museum di quella città. Kris, membro del circolo di Sigmund Freud, lo coinvolge parimenti nei suoi lavori sulla storia della caricatura, di cui troveremo dei riflessi nelle opere di Gombrich. Nel 1936 Fritz Saxl lo chiama a Londra dove il Warburg Institute era appena stato trasferito da Amburgo. A Ernst Gombrich viene ivi affidata l’edizione delle opere di Aby Warburg. Questa attività è interrotta dalla guerra durante la quale Gombrich è impegnato nei servizi di ascolto della BBC, esperienza dalla quale trarrà delle profonde osservazioni sulla natura e sulla mitologia della propaganda nazista.

Ritornato al Warburg Institute nel 1945, ne assume la direzione dal 1959 al 1975, ricoprendo all’Università di Londra la cattedra di Professore di Storia della Tradizione Classica. Questo periodo sarà consacrato più particolarmente alla difesa ed all’illustrazione dell’iconologia come l’avevano elaborata Warburg e Panofsky. Professore invitato da numerose Università tra cui Oxford, Cambridge, Harvard, Cornell, Chicago così come dall’Institut de France e da altre istituzioni, Sir Ernst Gombrich ha esercitato una notevole influenza non solo nei circoli di specialisti, ma anche su un grande pubblico sia per i suoi doni di oratore e di pedagogo che per i suoi lavori.

Ne è un esempio la sua Storia dell’Arte (Story of Art) pubblicata nel 1950, che è alla 14ma edizione e che è stata tradotta in 17 lingue. «I lettori che ho avuto soprattutto presenti – dice l’autore – sono stati i ragazzi e le ragazze al disotto dei vent’anni, quelli che hanno appena scoperto il mondo dell’arte». Ecco perché egli utilizza «un linguaggio semplice, affrontando il rischio di sembrare sciatto o troppo elementare. Non sono piuttosto quelli che abusano del linguaggio scientifico, non per illuminare ma per impressionare il lettore, a parlare dall’alto in basso, dalle nuvole?».

L’influenza dell’opera di Ernst Gombrich è dovuta precisamente al dono che egli possiede di illuminare il lettore e l’ascoltatore, di associarlo quasi naturalmente alle riflessioni del teorico dell’arte, di coltivarlo senza subissarlo con la sua cultura, di orientarlo senza pedanteria nelle sue riflessioni su ciò che egli chiama – secondo il titolo che ha dato ad una recente raccolta di saggi apparsa nel 1983 pubblicata da Flammarion – L’ecologia delle immagini.

L’arte occidentale sulla quale egli concentra la sua attenzione è colta dall’autore nella sua storia, nelle sue origini (The Heritage of Apelles), nelle sue manifestazioni più svariate (Art and Illusion; The Sense of Order), nella sua continuità e nella sua diversità, nella sua dimensione storica così come nelle sue relazioni con la società e con le scienze sociali. Per l’unità del disegno, per la diversità degli approcci e dei punti di vista relativi alla storia dell’arte occidentale, per i suoi studi sulla percezione visiva in generale e sulla percezione estetica in particolare, Sir Ernst Gombrich ha eretto un monumento al quale la Fondazione Balzan è felice di rendere omaggio.

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