Un entretien avec Brenda Milner 20.02.2013 (anglais)

Canada/Royaume-Uni

Brenda Milner

Prix Balzan 2009 pour les neurosciences cognitives

Pour ses études fondatrices sur le rôle de l’hippocampe dans la formation de la mémoire et pour avoir identifié différents types de systèmes de mémoire

UN ENTRETIEN AVEC BRENDA MILNER
www.balzan.org 20 février 2013

Brenda Milner è Dorothy J. Killam Professor di Psicologia al Montreal Neurological Institute e Professore al Dipartimento di Neurologia e Neurochirurgia alla McGill University di Montreal, Canada. 
Nel 2009 le è stato assegnato il Premio Balzan per le neuroscienze cognitive “per i suoi studi pionieristici sul ruolo dell’ippocampo nella formazione della memoria e la sua identificazione di diversi tipi di sistemi di memoria”.
L’abbiamo incontrata, per discorrere in particolare dei progetti a cui sta destinando la quota del Premio riservata alla ricerca, che coinvolga in particolar modo giovani studiosi e scienziati.


Brenda Milner ha impegnato la seconda metà del Premio Balzan 2009 per ingaggiare due post-dottorati provenienti da laboratori di punta specializzati nel neuroimaging [diagnostica per immagini neuronale], sono Ami Tsuchida (Phd, McGill University) e Meera Palega (Phd, Ryerson University) : «Ci è voluto un po’ di tempo per trovare gli elementi di cui avevamo bisogno: ora sono particolarmente soddisfatta di lavorare con due ragazze di grande talento; una è di origine giapponese e l’altra indiana».


La scienziata canadese è interessata a svolgere indagini sull’interazione degli emisferi cerebrali nei processi cognitivi. Gli studi di  imaging funzionale hanno mostrato un coinvolgimento crescente dell’emisfero destro quando soggetti – normali e in salute – diventano maturi e i loro compiti verbali diventano più impegnativi.
Il fine del progetto di ricerca Balzan è di ottenere una migliore comprensione del significato di tale coinvolgimento: «Ho voluto fare qualcosa di diverso da quello che è il mio consueto lavoro con i soggetti epilettici. Finora non è stato fatto molto nell’ambito dell’imaging funzionale, perciò intendo produrre qualcosa di nuovo. La ricerca è molto dispendiosa, anche se non è tanto il compenso degli studenti a essere costoso quanto tutto il procedimento di imaging e di conservazione. – Continua la Milner – Stiamo indagando sull’interazione dei due emisferi cerebrali. Infatti sappiamo che mentre alcune persone sono inclini a ragionare per immagini, altri lo fanno maggiormente in termini verbali, ma vi sono soggetti capaci di utilizzare entrambe le strategia per facilitare il ricordo».


Il Premio Balzan non pone condizioni su quali progetti possano essere condotti. Brenda Milner, per esempio, lavora sull’aspetto diagnostico delle neuroscienze: «Qualcuno potrà, in futuro, pensare alle applicazioni pratiche della ricerca, tuttavia ciò che veramente interessa allo scienziato è di essere in grado di finanziare la ricerca di base, che è proprio quello che il Premio Balzan mi consente di fare».


Milner ricorda il suo stupore quando seppe di avere vinto il Premio: «È stato un grande onore e privilegio. All’inizio non ci credevo. Stavo facendo colazione e la Balzan cercava di contattarmi senza riuscirci. Mi chiamò un amico per dirmi che avevo vinto un grande premio. Nonostante sapessi che la mia università mi aveva candidata, di sicuro non pensavo che io avrei potuto vincere un premio nelle neuroscienze cognitive».
Infatti ben pochi riconoscimenti sono dati a questa disciplina: «Jean Pierre Changeux aveva vinto il Premio Balzan nel 2001, ma ben pochi premi di questo genere sono stati attribuiti. Lo so perché lavoro in questo campo da anni e anni…». Conclude la Milner: «Penso poi che la Fondazione Balzan abbia avuto coraggio a premiare una persona anziana come me: ho 94 anni, 91 quando vinsi il premio. Per me è meraviglioso lavorare con persone così giovani».

Con la metà del Premio Balzan sono stati condotti anche due workshop per pianificare la procedura migliore per la realizzazione di questa ricerca. Dopo il secondo workshop è stata istituita una collaborazione McGill-Harvard per combinare le esperienze del team di neuropsicologi del Montreal Neurological Institute con I modelli elaborati dal Magnetic Resonance Imagining (MRI) del gruppo di ricerca di Harvard.


Susannah Gold
New York

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