Discorso di ringraziamento – Roma, 19.11.1986

USA/Austria

Otto Neugebauer

Premio Balzan 1986 per la storia della scienza

Per la sua fondamentale ricerca nel campo delle scienze esatte nell’antichità, relativa in particolare all’antica astronomia mesopotamica, egizia e greca, che ha fatto progredire la nostra conoscenza delle scienze antiche e ne ha messo in luce la trasmissione al mondo classico e medievale. Per il suo considerevole successo nel promuovere l’interesse e l’ulteriore ricerca nella storia della scienza.

Questo prestigioso riconoscimento che mi viene oggi concesso qui a Roma riveste per me un enorme significato: proprio in questa città, grazie all’ospitalità del Pontificio Istituto Biblico, scrissi la mia «Habilitationsschrift» sulle origini del sistema sessagesimale, assistito da Padre A. Deimel sempre pronto a fornire la sua inestimabile esperienza e consulenza a chi era, allora, appena un principiante in materia di filologia e cultura sumerica. E fu proprio in conseguenza di quelle prime relazioni acquisite agli inizi della mia carriera scientifica che potei accedere, qualche anno più tardi, alle copie realizzate da Padre Strassmaier — di svariate centinaia di tavolette cuneiformi conservate al British Museum, sulle quali fui in grado di basare uno studio sistematico dell’astronomia babilonese nel periodo seleucida, tale da consentirci di individuare alcune tra le fonti più significative da cui trasse impulso la scienza ellenistica.
Ma tutto questo sarebbe avvenuto più avanti. Le mie prime esperienze di studi orientali risalgono alla lettura di due libri che influirono profondamente sul mio approccio agli studi storici: «Von Zahlen und Zahlworten bei den alten Ägyptern» del Prof. K. Sethe e «Von Ägyptischer Kunst, besonders der Zeichenkunst» del Prof. H. Schaefer. Per la prima volta, ebbi chiara la visione di quali risultati fossero realizzabili attraverso l’analisi sistematica di testimonianze tanto complesse. Iniziai così lo studio della lingua egizia a Göttingen sotto la guida dello stesso Prof. Sethe. A questo punto, vorrei ricordare, con profonda gratitudine, la liberalità intellettuale dei miei docenti di Matematica e Fisica a Göttingen (i Professori Conrant, Hilbert e Born) che mi consentirono di approfondire lo studio dell’egittologia e accettarono la mia tesi di laurea sulla matematica egizia.
Questo campo di ricerca mi portò successivamente in Russia, dove contribuii alla pubblicazione a Leningrado, da parte del Prof. W. Struve, del «Papiro matematico di Mosca», secondo come ampiezza, per testi di quel tipo, solo al «Papyrus Rhind» del British Museum. A Leningrado, il Prof. Struve mi orientò allo studio dei testi cuneiformi pubblicati dal British Museum. Grazie all’esperienza romana di sistemi sessagesimali, non mi ci volle molto per compenetrarmi in quei testi e dimostrare come gli scribi dell’antica Babilonia avessero una conoscenza completa dei teoremi tradizionalmente attribuiti a Pitagora o Talete, nonché di operazioni algebriche come la soluzione di equazioni quadratiche, eccetera. Venivano così gettate le basi per il lavoro degli anni successivi.
Forse questi miei ricordi personali non saranno particolarmente interessanti dal punto di vista generale, tuttavia ritengo doveroso testimoniare il mio ringraziamento per il contributo offerto ad una positiva carriera scientifica da parte di studiosi che vorrei fossero qui, oggi, a condividere il riconoscimento che mi viene conferito. Desidero inoltre sottolineare quanto sia stato insolitamente fortunato ad avere trascorso un’intera esistenza a quotidiano contatto — a Göttingen, a Copenaghen e negli Stati Uniti — con tanti uomini straordinari, che hanno reso il mio lavoro così ricco e gratificante. In particolare, non potrò mai ringraziare abbastanza gli Stati Uniti per non avermi mai fatto sentire uno straniero sin da quando, nel 1939, mi recai per la prima volta in quella nazione, e a questo proposito desidero esprimere la mia profonda gratitudine alla Brown University e all’Institute for Advanced Study per tutta l’assistenza riservatami nel corso di tanti lunghi anni.
È in questo spirito che accetto, profondamente grato, il Premio Balzan che mi viene oggi conferito.

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