Dankesrede – Bern, 15.11.1991 (italienisch)

Frankreich

Abbé Pierre (Henri Grouès)

Balzan Preis 1991 für Humanität, Frieden und Brüderlichkeit unter den Völkern

Für seinen lebenslangen Einsatz zur Verteidigung der Menschenrechte und der Demokratie sowie zur Förderung des Friedens unter den Menschen. Für seine unablässige Sorge um die körperlich und geistig Notleidenden und sein Bemühen, mit Hilfe der “Emmaus-Gemeinschaften” die Solidarität zwischen den Menschen jeglicher Nationalität, Rasse und Religion in allen Kontinenten zu fördern.

Signor Presidente della Confederazione Elvetica, Signore e Signori,

Quando si diventa molto vecchi, si sente dentro di sé una voce che dice: „Prima di andartene, raccontaci quello che sai!“

Amici miei, ciò che io (uno qualunque tra voi) conosco, con le certezze raggiunte attraverso esperienze affrontate in questo mondo enigmatico, è che „la vita è regalare un po‘ di tempo a delle libertà per – se tu vuoi – imparare ad amare in vista dell’incontro dell’Amore Eterno nel Sempre dell’aldilà del tempo“.

Quando, un giorno, davanti ad un grande pubblico di una trasmissione televisiva, dicevo ciò, un uomo conosciuto, importante, che mi sedeva accanto davanti alla telecamera, esclamò: „Perché non mi è stato insegnato questo quando ero bambino!?“

Voi, che state entrando nella vostra Vita Responsabile, ragazze e ragazzi di vent’anni, non abbiate paura, ma non sbagliate strada! È a voi soprattutto che ho bisogno di parlare, voi che entrate nella vita in un momento così nuovo, dove tutto è Universale.

Due strade sono davanti a voi, (come lo furono davanti ad altre generazioni, ma ormai trascinando con sempre maggiore rapidità verso il meglio o verso il peggio), una di odio e di morte, l’altra di Vita e di Amore gioioso.

Strada di odio e di morte, quella che vuole sia servito per primo il più forte. Allora ciascuno vuole, crudelmente, essere il più forte per essere servito. Poi, quando il forte si è indebolito, il debole che è riuscito a sopravvivere, lascia morire abbandonato il forte che non lo ha saputo amare.

Oppure strada di Amore e di Vita che vuole sia servito per primo il più debole. Non ci si litiga per essere debole o sofferente, e, quando il forte di ieri si indebolisce, il debole, che è stato aiutato da lui a crescere, lo circonderà con la Stessa tenerezza con la quale è stato circondato lui stesso.

Sì, voi, ragazze e ragazzi che noi amiamo, siate sicuri, audacemente, di questo: sarete o una delle più felici o una delle più infelici generazioni mai esistite!

Se entrate nella vita avendo come ideale, come unica ambizione: „Io, io, la mia fortuna, la mia carriera, la mia riuscita, cosa m’importa degli altri! “.. allora siete da compatire per avere, oggi, vent’anni, poiché l’ampiezza e la forza dei capovolgimenti mondiali iniziati in quest’epoca (la sola di tutta la Storia conosciuta), questa forza che nulla fermerà, (grazie a Dio, poiché può essere che ciò aprirà gli occhi a molti) annienterà quelli che non avranno altri ideali.

Ma se entrate nella vita con, certo, la volontà di essere felici (è Gloria di Dio la felicità degli esseri umani), con la volontà, cioè, di essere felici per rendere felici gli altri, allora voi siete invidiabili per avere oggi vent’anni, poiché ci sono dei mezzi, come non sono mai esistiti, di dare felicità agli altri, iniziando dai più deboli.

Amare è: „la mia Gioia nella tua Gioia, e la tua Gioia nella mia, guarendo insieme dal tuo male divenuto il mio, e la nostra Gioia insieme al servizio della Gioia di tutti“.

Non è così in una semplice famiglia umana? La famiglia umana Universale non è altro che l’ampliamento del segreto di felicità di ciascuna famiglia dappertutto sulla terra.

Un’epoca come la nostra, che vede il suo sguardo perso nella ricerca di particelle elementari (introvabili!) e nel computo di miliardi di galassie, composte da miliardi di soli con ciascuna i propri pianeti e satelliti, non può più accontentarsi, per dare un vero senso alla vita, un significato adatto alle richieste di fame e di sete dell’umanità, soltanto di ammirare il fantastico prodigio costituito dalle decine di chili di materia accumulati per creare un essere così provvisoriamente pensante, noi. Sì, noi siamo precipitati nel cosmo, esseri minuscoli e fuggitivi.

Ma, poiché soli (tra tutti gli esseri fino ad oggi da noi conosciuti) siamo dotati di libertà, cioè in grado di idolatrarci, oppure di donarci, ovvero, coscientemente, volontariamente, di Amare, noi siamo in realtà quelli su cui poggia tutto il significato, o tutto l’assurdo assoluto, dell’Universo

L’Eterno non può che essere infinitamente Perfetto. L’Infinita Perfezione non può che mirare all’Amore.

L’Amore infinito non può voler agire e creare degli altri esseri attorno a Lui se non per accrescere l’eco dell’Amore.

L’Eterno non ha bisogno di stelle per giocarvi! Padre, Verbo, e respiro incessante del Padre e del Verbo che si amano, non possono volere degli esseri altro che per moltiplicare l’Amore dell’Amore.

San Francesco d’Assisi, giovane tutto preso da tante vane feste, un giorno, trovandosi illuminato da uno sguardo diverso, dentro di sé, non cessò, da quel giorno, di ripetere: „L’Amore non è amato, l’Amore non è amato.“

Grazie a tutti, mie compagne e miei compagni d’Emmaus, Signore e Signori dell’ammirevole Fondazione Balzan, di non cessare mai di apportare il vostro sostegno a tutti coloro che vogliono Vivere per regalare quel meraviglioso senso all’intero Universo, cosmo di fiori, di uccelli e di stelle, e di uomini tanto sofferenti per non aver mai sentito, dalla loro infanzia, che Vivere è Amare in comunioni ogni giorno più giustamente rinnovate.

Ma non devo, Signore e Signori, farvi sapere in che modo e dove verrà „impiegata“ la somma che mi avete affidata? Prima avevo deciso di ripartirla in due parti uguali: una parte per le azioni di Emmaus France· (perché esiste tanta miseria in Francia), e l’altra parte per Emmaus International, responsabile per le azioni in 32 paesi nel mondo. Ma ho saputo, dopo, che Emmaus France ha deciso di devolvere anche la sua parte a Emmaus International affinché vengano aiutati per primi i più sofferenti.

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