Discorso di ringraziamento – Roma, 15.11.2000

Germania

Michael Stolleis

Premio Balzan 2000 per la storia del diritto dal XVI secolo ad oggi

Grande storico del diritto tedesco, in particolare del diritto pubblico, ha indagato a fondo i concetti fondamentali che si trovano all'origine dello Stato moderno e della sua affermazione, suscitando un grande interesse, non solo presso gli studiosi, ma anche nel pubblico colto, in Germania, nel resto d'Europa e negli Stati Uniti.

Signor Presidente della Repubblica,
Membri degli organi della Fondazione Balzan,
Signor Presidente dei Lincei,
Eccellenze,
Signore e Signori,


La comunità europea non è formata soltanto da politica ed economia, è anche una comunità giuridica. Essa si fonda sul riconoscimento dei diritti umani e civili, sul rispetto dell’individuo, sul diritto del cittadino alla tutela giuridica in un procedimento giurisdizionale improntato a correttezza, e sulla convinzione che lo Stato sia al servizio della persona.
I principi giuridici fondamentali d’Europa scaturiscono da un passato lungo e doloroso, pieno di conflitti. Essi sono perciò saldi. A prima vista provengono dalle rivoluzioni del diciottesimo e del diciannovesimo secolo: libertà e uguaglianza, democrazia e stato di diritto. 
Ma il loro passato è molto più antico. Si tratta della lunga storia del diritto romano, a partire dalle dodici tavole, passando per la Roma repubblicana e l’Impero, fino a Giustiniano nella seconda Roma. Da lì attraverso le scuole di Bologna e Pavia, nel medioevo, si giunge alla scuola giuridica francese del secolo sedicesimo, all’Olanda dei secoli diciassettesimo e diciottesimo, per approdare poi alla scienza giuridica tedesca dell’Ottocento. Soltanto allora ebbe fine l’uso del latino come lingua franca, il latino dei giuristi. L’epoca infausta del nazionalismo europeo sembrò infrangere queste antiche tradizioni.

Oggi, dopo un secolo di catastrofi europee (soprattutto tedesche), nel quadro di un processo di unificazione giuridica, si ritorna alle comuni radici romanistiche e latine. Sono lieto di poter dare espressione a questi pensieri ora a Roma, in questa cornice, che mi vede qui sopraffatto dall’onore di ricevere il premio Balzan. 
Mi sia consentito di tratteggiare quanto meno le origini del mio impegno scientifico. 
La mia generazione, cresciuta in pace, libertà e benessere, era la generazione dei figli e delle figlie del nazionalsocialismo. Ci sentimmo in obbligo di occuparcene. Io ho avuto un maestro svedese, molto amato, Sten Gagnér, che mi offrì la libertà e l’incoraggiamento necessari per farlo. 
Il mio impegno come cittadino politico mi indusse a riflettere sullo Stato e la sua amministrazione. Così l’interesse per il diritto pubblico si unì al fascino esercitato su di me dalla storia europea.

La tematica che più di ogni altra ha accompagnato il mio cammino di autore è stata la storia del pensiero giuridico e politico, la riflessione sull’elemento intellettuale che dà un’impronta all’Europa, la solerte sollecitudine per le violazioni della sfera individuale. La cultura del pensiero giuridico in Europa non è debole, è tuttavia in continuo pericolo. Ha bisogno di cure e attenzioni.
Il premio Balzan costituisce un incoraggiamento a proseguire per questa strada e soprattutto a trasmettere alle nuove generazioni la passione per la ricerca scientifica.

Ringrazio vivamente del grande onore che si attribuisce a me e a quanti condividono le mie opinioni ed i miei interessi nel campo della storia europea del diritto.

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