Israele/USA
Saul Friedländer
Premio Balzan 2021 per studi sull’olocausto e sul genocidio
Saul Friedländer è un’autorità mondiale sull’Olocausto, ma ne è anche un sopravvissuto. È questa combinazione che lo rende unico: ha trasformato la storia della propria vita in una fonte dinamica di ispirazione per la propria opera quale storico professionista dell’Olocausto. Unendo disciplina intellettuale e passione della memoria, scrive storia rigorosamente indagata e documentata con l’impellenza e la verità dell’opera d’arte. Nella sua narrazione storica l’incredulità non viene smussata, ma diventa bensì un punto di partenza moralmente coerente rispetto a quanto avvenuto, tenuto costantemente in equilibrio dall’autocontrollo e dalla quieta intelligenza di Saul Friedländer.
Tramite il suo approccio Saul Friedländer ha avuto un impatto senza pari sul campo emergente degli Studi sull’olocausto. Di cruciale importanza sono stati i suoi interventi autorevoli in un dibattito durante gli anni Ottanta del Novecento con lo storico tedesco Martin Broszat riguardanti la richiesta di una ‘storicizzazione’ della Germania nazista. Saul Friedländer ha argomentato con successo che il pericolo di trattare la Germania nazista quale un ‘normale’ periodo della storia avrebbe portato gli storici a perdere di vista il carattere singolare del Nazismo. La sua idea è che il Nazismo è singolare per il suo ‘Antisemitismo redentivo’, che ha portato a una politica del genocidio che resiste a qualsiasi tentativo di integrare il Nazismo nel ‘normale’ sviluppo della Germania.
La capacità di Saul Friedländer di coniugare con successo una rigorosa ricerca di archivio con una postura morale è già presente nelle sue prime pubblicazioni su specifici aspetti dell’Olocausto, quali Pie XII et le troisième Reich (1964; Pio XII e il Terzo Reich, Feltrinelli, 1965). Tuttavia, l’unicità del suo approccio si esprime pienamente nel suo capolavoro, la storia in due volumi della persecuzione e dello sterminio di tutti gli Ebrei d’Europa, Nazi Germany and the Jews [traduzione italiana: La Germania nazista e gli Ebrei]. Questi volumi sono il frutto di una vita di ricerca e di 16 anni di redazione (il volume 1 è stato pubblicato nel 1997; il volume 2 nel 2007). Insieme offrono la prima storia panoramica dell’Olocausto, prendendo in considerazione tutti i paesi europei occupati, integrando per la prima volta gli sviluppi in Europa orientale e occidentale in un unico quadro interpretativo. Questo approccio olistico è uno dei motivi per cui l’opera di Saul Friedländer ha avuto una tale influenza fino a oggi. L’altro motivo principale è il modo straordinario in cui fa uso di documenti personali scritti direttamente nello svolgersi degli eventi da vittime, carnefici e astanti. Tali voci comunicano un’atmosfera che non può essere detratta da altre fonti. L’opera di Saul Friedländer ha fornito grande stimolo all’uso di documenti personali nella storia dell’Olocausto, cosa che è ormai prassi consolidata.
L’originalità di Saul Friedländer si esprime anche in una particolare sorta di auto-consapevolezza. Mentre l’enfasi rimane sulla necessità di un atteggiamento auto-critico in modo da diminuire gli effetti della soggettività, Saul Friedländer resta dell’idea che si debba evitare una moderazione eccessiva e una cautela paralizzante. Le riflessioni sui legami tra storia e memoria, compresa la propria, ispirano costantemente i suoi studi. Oltre a pubblicazioni accademiche quali Memory, History, and the Extermination of the Jews of Europe [Memoria, storia e lo sterminio degli Ebrei d’Europa] (1993), ha scritto due libri di memorie. In When Memory Comes [Quando torna il ricordo] (1979) l’autore riflette sulla perdita dei genitori e sul significato delle proprie radici ebraiche. Where Memory Leads [Dove porta il ricordo] (2016) è il racconto di una maturazione intellettuale che abbraccia tre continenti e che gli permette di riflettere sugli eventi che hanno portato a una passione per la vita e la storia ebraiche che non smette di finire. Con la sua opera sulla memoria Saul Friedländer dimostra nella teoria e nella pratica che le vittime dell’Olocausto possono essere anche studiosi dell’Olocausto, cosa che è stata estremamente importante per lo sviluppo del campo.