Discorso di ringraziamento – Roma, 18.11.2021 (video + testo)

Germania/USA

Susan Trumbore

Premio Balzan 2020 per dinamica del sistema Terra

Per il suo eccezionale contributo allo studio del ciclo del carbonio e dei suoi effetti sul clima, avvalendosi in modo pionieristico delle misurazioni di radiocarbonio nella ricerca sul sistema Terra.


Signor Presidente,
Membri della Fondazione Balzan,
Signore e Signori,

è con profonda gratitudine verso la Fondazione Balzan e il Comitato Generale Premi che accetto questo generoso premio. Grazie, non solo per questo grande onore, ma anche per aver sottolineato, con l’assegnazione dei premi 2020, l’importanza del cambiamento del sistema terrestre.

Durante la mia vita, la concentrazione di CO2 nell’atmosfera è aumentata del 30% e come diretta conseguenza le temperature globali sono aumentate, in 60 anni, di 1 grado Celsius. Nella Germania centrale ne abbiamo esperienza diretta con primavere anticipate, inverni più miti e giornate estive più calde. Gli ecosistemi del pianeta stanno rispondendo a questi mutamenti, che avvengono più velocemente di qualsiasi altro cambiamento climatico finora conosciuto.

Studio le dinamiche del ciclo del carbonio della Terra, cioè l’insieme collettivo dei processi di trasferimento del carbonio tra atmosfera, terra e oceano, che regolano la trasformazione tra forme inorganiche come l’anidride carbonica e le molecole organiche presenti in tutti gli organismi viventi. Questo ciclo del carbonio è particolarmente importante perché l’oceano e la terra, insieme, assorbono metà dell’anidride carbonica che emettiamo bruciando le foreste e i combustibili fossili, proteggendoci così da cambiamenti climatici ancora più grandi.

Ancor più nello specifico, studio i tempi e la durata delle trasformazioni che hanno luogo durante lo scambio di carbonio tra la vegetazione terrestre, il suolo e l’atmosfera. Immaginate i possibili destini dell’atomo di carbonio nella molecola CO2 che si fissa in una foglia d’albero durante la fotosintesi: può essere respirato entro pochi giorni per alimentare i bisogni metabolici degli alberi oppure, in alternativa, può essere utilizzato per costruire foglie che possono vivere per un anno o legno, che dura secoli. Le foglie morte e il legno cadono sul suolo della foresta e impiegano tempo per decomporsi, rilasciando nell’atmosfera il carbonio che vi si era fissato anni o secoli prima. Una frazione di questo carbonio può essere riciclata o stabilizzarsi nel suolo e restarvi immagazzinata per millenni.

Per tracciare questi percorsi e le loro scale temporali, utilizzo il radiocarbonio prodotto dai test atmosferici delle armi. Fondamentalmente, i cambiamenti documentati nel contenuto di 14C (radiocarbonio) nella CO2 (anidride carbonica) atmosferica negli ultimi 60 anni forniscono una marca temporale che ci consente di determinare quanti anni sono passati da quando il carbonio contenuto e respirato dagli ecosistemi si è fissato. Quantificare il tempo trascorso ci consente di rispondere a domande fondamentali su come funzionano gli alberi e quali processi stabilizzino il carbonio nel suolo. Studiando piante e terreni in climi diversi, possiamo prevedere meglio come il riscaldamento globale stia alterando lo stoccaggio del carbonio sul terreno. E questo è fondamentale perché è necessario sapere se possiamo contare sul suolo per continuare a immagazzinare da un quarto a un terzo del carbonio che gli esseri umani apportano all’atmosfera ogni anno. Inoltre, tutto ciò ci fornisce gli elementi per pianificare come gestire gli ecosistemi per immagazzinare il carbonio nei prossimi cruciali decenni, quando avremo bisogno non solo di ridurre le emissioni, ma anche di rimuovere la CO2 dall’atmosfera per limitare al minimo i rischi climatici.

Sono dunque, fondamentalmente, una persona che misura gli isotopi, non un esperto di ecologia degli ecosistemi. Qualsiasi successo che ho avuto è direttamente riconducibile a tutti i generosi colleghi che hanno condiviso le loro conoscenze, i metodi di laboratorio e i campi di indagine nella migliore tradizione di una scienza aperta e trasversale. Queste persone inoltre hanno arricchito la mia vita con amicizia e avventure condivise. Sono stata anche fortunata a nascere in un periodo storico e in un luogo in cui essere donna non mi ha impedito di sognare o realizzare una carriera scientifica. Ringrazio di questo in particolare i miei genitori e i miei mentori che hanno rafforzato la mia fiducia, incoraggiandomi a cogliere tutte le opportunità.

Grazie ancora per questo enorme onore. Sto utilizzando il premio Balzan per supportare diversi giovani scienziati nell’uso del radiocarbonio, insieme ad altri metodi per sostenere la ricerca sul ciclo del carbonio nell’Amazzonia brasiliana.

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